Huaca è un termine quechua con cui gli inca definivano luoghi, oggetti o esseri animati ritenuti sacri. Il vocabolo huaca viene, letteralmente, tradotto con “Ydolos” (idoli in italiano) nel fondamentale dizionario «quechua-castellano» scritto nel 1608 da Diego de Gonçález Holguín.
E’ stata inventata nel 1980 dalla ceramista Sharon Rowell nella zona della baia della california e fa parte della famiglia degli aerofoni, genericamente noti anche come arghilofoni (quando costruiti in argilla), e diffusi con differenti fattezze presso numerose civiltà arcaiche.
Ha una caratteristica originale rispetto agli altri tipi di flauto: si tratta di un flauto globulare, ovvero ha delle camere di risonanza tondeggianti e chiuse. Si tratta dunque di un risonatore semplice, in cui è l’intera massa dell’aria contenuta nello strumento a vibrare. Dal punto di vista fisico si tratta di un risuonatore di Helmholtz (un tubo sonoro chiuso). Questo significa che l’intonazione dipende dal rapporto fra la superficie aperta (numero e diametro dei fori aperti) ed il volume dello strumento (e dunque dalla pressione interna).
L’insieme di più camere di risonanza indipendenti nello stesso strumento, rende possibile sovrapporre più frequenze e quindi creare sonorità polifoniche e atmosfere rilassanti.
Visto il suo potenziale sonoro alcuni artisti hanno iniziato a utilizzare la Huaca nella musicoterapia riscuotendo ottimi risultati.
Come tutti gli strumenti a fiato necessita di un po’ di pratica prima di riuscire ad ottenere buone sonorità, in particolar modo se si vuole utilizzare tecniche come la respirazione circolare con la quale lo strumento dà il meglio di se.